Diritto e Società

 

Rivista trimestrale fondata nel 1973

III serie – 4/2021

da Giovanni Cassandro, Vezio Crisafulli e Aldo M. Sandulli

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Sommario

saggi

Antonio D’Atena, Le lezioni sulla riserva di legge del giovane Sorrentino…. 647
Mario R. Spasiano, Il diritto amministrativo nell’era della transdisciplinarità…. 657
Stefano Villamena, La riforma dell’abuso d’ufficio: fra attività interpretativa, attività discrezionale e autovincoli amministrativi…. 695
Antonio Merlino, Il rapporto tra centralismo politico e decentramento amministrativo nella formazione
del diritto pubblico…. 727

osservatorio

Anton Giulio Pietrosanti, La tutela dell’inabile al lavoro privo di mezzi economici: il ruolo ell’art. 38, comma 1, della Costituzione…. 747
Costanza Nicolosi, Tercas: Justice and Politics in Banks Resolutions in Europe…. 775

attualità

Alessandra Coiante, L’accesso delle PMI al mercato dei contratti pubblici tra la concorrenza per il mercato e la discrezionalità amministrativa: lo strumento della suddivisione in lotti quale “chiave di volta” che non risolve…. 795

recensioni

Tania Groppi, Corte e giudici nell’Italia repubblicana, e oltre. Considerazioni sul volume di Elisabetta Lamarque, Corte costituzionale e giudici nell’Italia Repubblicana. Nuova stagione, altri episodi, Editoriale Scientifica, Napoli 2021, nella prospettiva della giustizia costituzionale comparata…. 829


Abstract

Antonio D’Atena

Le lezioni sulla riserva di legge del giovane Sorrentino.

Lo scritto esamina tre volumetti di lezioni sulla riserva di legge, tenute, all’Università di Genova, nell’anno accademico 1976/1977, da Federico Sorrentino. Si tratta di un’opera, la quale, pur essendo dichiaratamente destinata all’insegnamento, presenta un’indiscutibile rilevanza scientifica. In essa, l’autore, mette a fuoco i numerosi profili che presenta un istituto assolutamente centrale del diritto costituzionale. A titolo puramente esemplificativo, possono ricordarsi le pagine dedicate alle fonti atipiche, quelle sui rapporti tra la riserva di legge e la forma di governo parlamentare, quelle, infine sulle molteplici relazioni tra la riserva di legge e la pubblica amministrazione. Lo scritto accenna anche al metodo applicato in queste “lezioni”, nonché alla scuola costituzionalistica romana, di cui esse possono considerarsi una significativa espressione.

The Lessons on the “riserva di legge” by Sorrentino as a Young Man

The paper examines three booklets of lectures on the “riserva di legge” (“reservation of the law”, which occurs when the Constitution provides that certain subjects can be regulated only by acts of Parliament), held at the University of Genoa in the academic year 1976/1977 by Federico Sorrentino. It is a work, which, although openly intended for teaching, has unquestionable scientific relevance. In it, the author focuses the multiple aspects of an absolutely central topic of constitutional law. Purely by way of example, the pages dedicated to atypical sources, those on the relationship between the “riserva di legge” and the parliamentary form of government, those, finally, on the multiple relationships between the “riserva di legge” and the public administration can be mentioned. The paper also focuses on the method applied in these “lessons”, as well as on the roman school of constitutional law, of which they can be considered a significant expression.


Mario Rosario Spasiano

Il diritto amministrativo nell’era della transdisciplinarit

Il lavoro prende le mosse dagli orientamenti epistemologici proposti sin dalla fine del secolo scorso, tesi ad evidenziare la limitatezza della visione monodisciplinare o iperspecialistica, e l’opportunità di un approccio transdisciplinare del sapere. In questa prospettiva viene affrontato il complesso tema del rapporto tra la scienza del diritto amministrativo e le scienze sperimentali, umanistiche e sociali. Analizzate le ragioni che storicamente avevano indotto all’isolamento di quel ramo del diritto da quelle che venivano considerate pericolose contaminazioni provenienti da altri contesti, si dimostra il superamento delle ragioni che avevano generato quell’orientamento. Successivi fenomeni a carattere culturale, economico e sociale propongono l’esigenza di un dialogo aperto e non pregiudiziale tra il diritto amministrativo e gli altri saperi. Questo rinnovato rapporto deve tuttavia fondare su adeguate premesse culturali, formative e metodologiche. Molteplici risultano le riprove della utilità della prospettiva proposta, da ultimo la stessa disciplina del PNRR.

Administrative Law in the Age of Transdisciplinarity

This paper starts from the epistemological tendencies emerged since the end of the last century, aimed at highlighting the limitation of the monodisciplinary or hyper-specialist vision, such as the opportunity of a transdisciplinary approach to knowledge. In this perspective, the problematic issue of the relationship between administrative law and the experimental, humanistic and social sciences is addressed. The author – analyzing the reasons that historically had led to the isolation of administrative law from what were considered dangerous contaminations – illustrates how the reasons that had generated that orientation are overcome. Several cultural, economic and social phenomena reveal the need for an open and non-prejudiced dialogue between administrative law and other knowledges. This renewed relationship must be based on adequate cultural, formative and methodological premises. Lastly, this paper demonstrates that there are many proofs of the usefulness of the proposed perspective, most recently also the regulation of the PNRR itself.


Stefano Villamena

La riforma dell’abuso d’ufficio: fra attività interpretativa, attività discrezionale e autovincoli amministrativi

Il lavoro affronta alcuni profili amministrativi della recente riforma dell’abuso d’ufficio intervenuta nel 2020. Dopo un inquadramento generale orientato alla necessità di tenere separati “paura della firma” da un lato e “inerzia amministrativa” dall’altro, come noto fra i possibili obiettivi della riforma indicata, si è approfondita la tematica concernente la riformulazione dell’art. 323 c.p. ponendo il fuoco dell’attenzione sulla distinzione fra “attività interpretativa” e “attività discrezionale”. Si è giunti così alla conclusione che queste due attività, anche nell’ambito del delitto in esame, devono essere rigidamente separate (e non sovrapposte come accade talvolta a livello giurisprudenziale). Da questa distinzione è derivato poi l’ulteriore profilo riguardante l’incidenza dei c.d. autovincoli amministrativi nel fenomeno della riduzione progressiva della discrezionalità amministrativa, talvolta fino al suo totale esaurimento, soprattutto riguardo a come questo profilo possa ricadere negativamente sugli scopi della riforma volti evidentemente alla limitazione della responsabilità a carico dei funzionari pubblici.

The Law Reform of Abuse of Office: between Interpretative Activity,

Discretionary Activity and Administrative Self-Constraints The work covers the administrative aspects of the 2020 law reform regarding abuse of office. Following a conceptual overview dissecting “fear of signature” and “administrative inertia”, the analysis covers the reformulation of article 323 of the criminal code, distinguishing interpretative and discretionary activities. The research shows that these two activities must be kept strictly separate without overlapping. On the heels of this distinction, the paper elucidates the incidence profile of administrative self-constraints in case of progressive reduction of administrative discretion up to its complete exhaustion. This aspect seems to have negatively affected the reform’s goals aimed at limiting the liability of public officials.


Antonio Merlino

Il rapporto tra centralismo politico e decentramento amministrativo nella formazione del diritto pubblico

Il contributo riguarda il complesso rapporto tra centralismo politico e decentramento amministrativo nella scienza giuridica dell’Ottocento. Questa si fondava soprattutto su una interpretazione centralista della divisione dei poteri. Specialmente la scienza giuridica tedesca ha costruito un modello di sovranità statale accentrata: in questo modo, però, autori come Eduard Wilhelm Albrecht, Carl Friedrich Gerber, Paul Laband e infine Georg Jellinek hanno tradito i presupposti teorici di autori come Montesquieu e Tocqueville, che avevano invece tentato di dividere i poteri pubblici sia orizzontalmente (in esecutivo, legislativo e giudiziario), sia verticalmente (con il federalismo) nella speranza che centralismo politico e amministrativo non fossero mai combinati. Una lezione, questa, che fu invece accolta nell’articolo 5 della Costituzione italiana.

The Relationship between Political Centralism and Administrative 

Decentralisation in the Formation of Public Law The contribution concerns the complex relationship between political centralism and administrative decentralism in the nineteenth century’s legal science. This latter was founded mainly on a centralist interpretation of the division of powers. Especially the German legal science has built a model of centralized State sovereignty: in this way, however, authors such as Eduard Wilhelm Albrecht, Carl Friedrich Gerber, Paul Laband and finally Georg Jellinek have betrayed the theoretical presuppositions of authors such as Montesquieu and Tocqueville, that had instead attempted to divide the public powers both horizontally (in executive, legislative and judiciary), and vertically (with federalism) in the hope that the political and administrative centralism would have been never combined. A lesson that was instead endorsed by article 5 of the Italian Constitution.


Anton Giulio Pietrosanti

La tutela dell’inabile al lavoro privo di mezzi economici: il ruolo dell’art. 38, comma 1, della Costituzione

L’articolo esamina il tema delle spese necessarie per vivere a favore di inabili al lavoro privi di mezzi economici e il ruolo fondamentale che queste assumono nel preservare la dignità delle persone sicuramente più “esposte” di altre all’esperienza del dolore e della vulnerabilità. In tal senso, dopo una breve ricostruzione dell’impianto valoriale sotteso all’idea di protezione sociale di cui all’art. 38 comma 1 della Costituzione nonché della dialettica tra diritti fondamentali Corte costituzionale e discrezionalità legislativa, si è cercato di verificare se le politiche sociali sulle spese necessarie per vivere ex art. 38 co. 1 Cost., così come interpretate dalla Corte costituzionale in una recente pronuncia, siano in grado di abbandonare le derive desocializzanti dell’iperindividualismo compassionevole per salvaguardare il perimetro protettivo di un diritto inviolabile della persona che, in forza dell’art. 2 Cost., non sembrerebbe poter scendere a patti con altri diritti o principi volti a ridurne la portata.

The Safeguard of Disabled People Who Are Unable to Work and Without

Economic Means: the Role of Article 38, Subsection 1 of the Italian Constitution The article examines the arguments of the expenses necessary to live for people with disabilities who are unable to work and without financial means and the fundamental role they play in preserving the dignity of people who are certainly more “exposed” than others to the experience of pain and vulnerability. In this sense, after a brief reconstruction of the value system underlying the idea of social protection in accordance with art. 38 subsection 1 of the Constitution as well as the dialectic between the fundamental rights of the Constitutional Court and the discretion of the legislator, an attempt was made to verify whether the social policies on the expenses necessary to live in accordance with art. 38 subsection 1 of the Constitution, as interpreted by the Constitutional Court in the context of a recent judgement, might be able to let go of the desocializing tendencies of compassionate hyper-individualism to safeguard the protective perimeter of an inviolable right of the person who, in accordance with art. 2 of the Constitution, it would not seem to be able to come to terms with other rights or principles aimed at reducing its scope.


Costanza Nicolosi

Il caso Tercas: giustizia e politica nella gestione delle crisi bancarie in Europa 

Partendo dalla recente sentenza della Corte di Giustizia europea nel caso Tercas, il contributo ripercorrere la storia della gestione delle crisi bancarie in Italia, considerando il modo in cui l’integrazione europea e l’architettura -ancora incompleta e forse perfettibile- dell’Unione Bancaria Europea ne ha influenzato l’evoluzione. Il contributo, inoltre, traccia la creazione del FITD e il suo ruolo nella risoluzione delle crisi bancarie in Italia (vicenda al centro del caso Tercas) per evidenziare alcune ambiguità che l’attuale architettura dell’UBE crea sulla funzione dei fondi di tutela dei depositi vis à vis quello dei c.d. fondi di risoluzione.

Tercas: Justice and Politics in Banks Resolutions in Europe

Moving from the recent decision delivered by the European Court of Justice in Tercas, the present essay retraces the history of bank resolutions in Italy, considering the way in which the European-integration progress and the still unfinished (perhaps, even improvable) architecture of the European Banking Union has influenced such evolution. The paper also recounts the creation of the FITD and its role in bank resolutions in Italy (a necessary recount for a solid understanding of Tercas) in order to highlight some ambiguities that the current architecture of the EBU creates for the role of deposit-guarantee schemes vis à vis resolution funds’.


Alessandra Coiante

L’accesso delle PMI al mercato dei contratti pubblici tra la concorrenza per il mercato e la discrezionalità amministrativa: lo strumento della suddivisione in lotti quale “chiave di volta” che non risolve

Premessa una ricostruzione del quadro normativo di riferimento (nazionale e UE), lo scritto mira ad analizzare il tema dell’accesso delle piccole e medie imprese al mercato dei contratti pubblici, attraverso l’analisi dell’istituto della suddivisione in lotti e del suo legame, da un lato, con la discrezionalità amministrativa esercitata dalle stazioni appaltanti nel momento in cui vanno a delineare i micro-mercati che sono le procedure di gara e, dall’altro, con la tutela della concorrenza per il mercato. In particolare, si andrà poi ad esaminare – anche attraverso l’analisi della più recente giurisprudenza amministrativa – il ruolo che l’interesse alla tutela delle PMI detiene nel bilanciamento con l’interesse pubblico primario.

Access for SMEs to the Public Contracts Market between Competition for the Market and Administrative Discretion: the Division into Lots as a “Keystone” that Does Not Resolve the Issue

After a reconstruction of the national and European regulatory framework, the present paper aims to analyse the issue of access to the market of public contracts for small and medium-sized enterprises, through the analysis of the institution of the division into lots and its link, on the one hand, with the administrative discretion exercised by contracting authorities when they outline the micro-markets which are the tendering procedures and, on the other hand, with the protection of competition for the market. In particular, will be analysed – also through consideration on the most recent administrative case law – the role that interest in the protection of Smes has in balancing the primary public interest.