Diritto e Società

Rivista trimestrale fondata nel 1973

da Giovanni Cassandro, Vezio Crisafulli e Aldo M. Sandulli

III serie – 2/2015


 


Scarica il fascicolo


sommario

saggi

Manuel Gros, «Prima lezione di diritto»: ordine morale, dignità umana e “neutralità” del diritto. Dal lancio del nano al comico razzista….237
Giovanni Serges, Adattamento al diritto internazionale pattizio e strumenti per assicurare la prevalenza degli “obblighi internazionali” nell’ordinamento italiano….277
Andrea Crismani, Le società partecipate tra crisi e insolvenza….317
Eduardo Gianfrancesco, L’esposizione del crocefisso e degli altri simboli religiosi negli spazi pubblici….367

osservatorio

Ilaria Del Vecchio, Koinè costituzionale e cittadinanza europea. La lunga strada della tutela dei diritti in Europa….423

attualità

Andrea Turturro, Il “quasi-oblio” in azione. I primi provvedimenti del Garante della privacy (novembre 2014 – gennaio 2015) sulla “deindicizzazione” per effetto della sentenza Google Spain: brevi osservazioni….443


Manuel Gros, «Prima lezione di diritto»: ordine morale, dignità umana e “neutralità” del diritto. Dal lancio del nano al comico razzista.

Il saggio riproduce la lezione inaugurale del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Rome Tre per l’Anno Accademico 2014/2015, tenuta dall’Autore il 22 settembre 2014. Attraverso un esame giurisprudenziale di casi, l’Autore propone alcune riflessioni sui temi dell’ordine morale, della dignità umana e della “neutralità” del diritto.

«First lesson in law»: moral order, human dignity and “neutrality” of law. From the dwarf-tossing to the racist comic actor.

This essay reproduces the A.A. 2014/2015 inaugural lesson of the Faculty of Law of the Roma Tre University. The lesson was given by the Author on 22 September 2014. Through an examination of law cases, the Author proposes some considerations about the themes of moral order, human dignity and “neutrality” of law.

Giovanni Serges, Adattamento al diritto internazionale pattizio e strumenti per assicurare la prevalenza degli “obblighi internazionali” nell’ordinamento italiano.

Il saggio è dedicato all’analisi degli strumenti con i quali, nell’ordinamento italiano, è assicurato il rispetto dei trattati internazionali. Il punto di partenza è rappresentato dalla introduzione nel testo della Costituzione di una specifica norma (l’art. 117, primo comma, Cost.) che ha imposto il rispetto degli obblighi internazionali da parte del legislatore statale e regionale e dalla interpretazione che questa disposizione ha ricevuto da parte della Corte costituzionale. In particolare viene analizzata la posizione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e quella degli altri trattati internazionali allo scopo di verificare la possibilità di assicurare il rispetto degli obblighi internazionali con strumenti diversi dalla proposizione di una questione di legittimità costituzionale della norma interna che sia in contrasto con una norma di un trattato internazionale.

The Adaptation of Domestic Law to International Treaties and the Instruments to Ensure the Prevalence of International Obligations in the Italian Legal System.

The essay examines the means by which Italian law ensures respect for international treaties. The starting point is the introduction of a specific provision in the Constitution (art. 117, first paragraph) that imposed the compliance with international obligation upon the statutes of both State and Regions. The Author also recalls the interpretation of this clause provided by the Constitutional Court. In particular, the essay focuses on the possibility to guarantee compliance with international obligations (arising from the European Convention on Human Rights and other international treaties) without referring to the Constitutional Court the judgment on a national act that conflicts with the provision of an international agreement.

Andrea Crismani, Le società partecipate tra crisi e insolvenza.

La gestione della crisi e dell’insolvenza delle società partecipate è una materia che si è formata a seguito delle crisi finanziarie e dei tagli alla spesa pubblica nelle forme della limitazione dei finanziamenti agli enti e alle società pubbliche. Il problema che si è posto è se le società partecipate possano fallire. Vi è il timore, infatti, che si possa creare una sorta di immunità o di privilegio delle società pubbliche da qualsiasi tipo di intervento ad iniziativa dei creditori insoddisfatti a discapito di una serie di principi e regole fondamentali per l’ordinamento comunitario e interno. Lo scritto si pone l’obiettivo di verificare: a) se esiste uno statuto unico di fallibilità delle società pubbliche b) come influiscono i vincoli di finanza pubblica, i limiti alla capacità imprenditoriale delle società pubbliche e i limiti della libera iniziativa economica dei soci, sul regime giuridico del fallimento c) se esistono modelli alternativi alla procedura concorsuale fallimentare d) se è necessario rivedere la normativa sull’insolvenza o è comunque necessario l’intervento del legislatore.

Crisis and Insolvency of the Subsidiaries of Public Entities.

Crisis and insolvency of the Subsidiaries of Public Entities is the result of limitation of funding of Public Entities and of their Subsidiaries due to financial crisis and public spending cuts. The question that has arisen is whether the Public Authorities Owned Companies are exempted from subjection to insolvency law. In such a situation there is the concern that can be created a kind of immunity or privilege for Public Authorities Owned Companies from any kind of claim of unsatisfied creditors infringing the principles and fundamental rules of Eu law and domestic law. This paper aims to verify: a) if there is a common insolvency regime applicable to Public Authorities Owned Companies; b) how affect public finance constraints, limits to the entrepreneurial ability of Public Authorities Owned
Companies and limits of economic freedom of the Company Partners on the legal status of the common insolvency regime; c) if there are alternative models to the current bankruptcy proceedings; d) if there’s a need to review the current legislation on insolvency or in any case the legislator should intervene with an adequate discipline.

Eduardo Gianfrancesco, L’esposizione del crocefisso e degli altri simboli religiosi negli spazi pubblici.

L’articolo affronta, con riferimento all’esperienza italiana, una serie di problemi collegati all’esposizione del crocefisso e dei simboli religiosi in genere negli spazi pubblici, effettuando comunque una serie di confronti con esperienze straniere. In primo luogo viene analizzata la valenza culturale o religiosa del simbolo esposto, propendendosi in modo netto per la seconda ipotesi. Viene altresì approfondito il fondamento costituzionale dell’esposizione del simbolo che è di tipo facoltizzante per le pubbliche Autorità, ancorché conforme ad un’ispirazione di favor per il fenomeno religioso presente in Costituzione e pienamente compatibile con una nozione di laicità non laicista. Qualora l’opzione per l’esposizione del simbolo venga compiuta dalla pubblica Autorità, emerge tuttavia un diritto costituzionalmente garantito, fondato sugli artt. 3 e 19 Cost., ad un’esposizione plurale dei diversi simboli religiosi, mentre non è in grado di fondare un divieto di esposizione dei simboli medesimi la c.d. libertà dalla religione, né a livello interno né a livello sovranazionale. L’articolo prende successivamente in considerazione i diversi possibili luoghi di esposizione dei simboli, svolgendo considerazioni differenziate per ciascuno di essi, ed infine opera una lettura costituzionalmente orientata delle vigenti norme, di matrice regolamentare, che ancora regolano la materia.

The Display of the Crucifix and the Other Religious Symbols in Public Spaces.

The paper analyzes various problems arising from the display of crucifix and other religious symbols in public spaces in Italian experience. Suggestions and comparisons with foreign models are anyway often used. The first question is about the value of the exposed symbols: if “cultural” or “religious”. The paper endorses the religious value of symbols which public authorities are entitled (not obliged) to display, according with favorable attitude of Italian Constitution to religious sphere and with a “positive” meaning of secularity principle. The paper supports, moreover, the thesis of a constitutional right to a pluralistic display of religious symbols, if public authorities decide to display them, based on articles 3 and 19 of Italian Constitution. These conclusions cannot be reversed by the so called “freedom from religion”, both in a national and in a supranational dimension of it. The different places of display of symbols, with their peculiar problems and rules, are also scrutinized by the article which finally offers a constitutionally oriented interpretation of the sub-legislative provisions which in Italian experience rule the theme too.

Ilaria Del Vecchio, Koinè costituzionale e cittadinanza europea. La lunga strada della tutela dei diritti in Europa.

Il lavoro prende le mosse dal presupposto che la koinè costituzionale europea debba fondarsi sulla equilibrata tensione tra due principi, quello della omogeneità costituzionale e quello delle identità nazionali e sul legame a doppio filo che collega la tutela dei diritti fondamentali alla cittadinanza europea. Mentre il primo binomio valoriale, omogeneità costituzionale e identità nazionali, è esplicitato nei Trattati post-Lisbona, il collegamento tra la tutela dei diritti fondamentali e la cittadinanza europea è frutto della giurisprudenza della Corte di Giustizia e dell’apporto propositivo degli Avvocati Generali. Difatti, sebbene la cittadinanza sia stata assunta quale pietra angolare della legittimazione democratica nel sistema politico europeo, il singolo cittadino, inserito in un contesto di tutele “multilivello”, non sempre ha visto garantiti i propri diritti fondamentali. Nel testo si evidenzierà il ruolo svolto dalla Corte di Giustizia, ora chiamata a giudicare sulle violazioni dei diritti umani ma carente di uno strumento di intervento efficace nei casi rientranti nelle competenze “strettamente statali”. Si suggeriranno, inoltre, due strumenti esistenti nell’ordinamento europeo, uno esplicitamente l’altro implicitamente ricavabile da un’interpretazione sistematica degli artt. 2 TUE e 20 TFUE, che potrebbero offrire una buona base di sviluppo per la tutela europea dei diritti fondamentali. Questi meccanismi, se pienamente utilizzati, promuoverebbero il rispetto dei valori comuni agli Stati membri sanciti dagli artt. 2 e 6 TUE, renderebbero proficuo il dialogo tra le Corti in campo di diritti fondamentali e avrebbero il pregio di rispettare allo stesso tempo le identità costituzionali nazionali.

The Constitutional Koinè and the European Citizenship. The Long Journey of Rights Protection in Europe.

The work builds on the assumption that the European constitutional koinè should be based on the balanced tension between two principles, the constitutional homogeneity and the national identity, and the double bond linking the
protection of fundamental rights and the European citizenship. While the first pair of values, constitutional homogeneity and national identity, is explained in the post-Lisbon Treaties, the link between the protection of fundamental rights and citizenship is the result of the European Court of Justice case law and the proactive contribution of the Advocate Generals. Although citizenship has been taken as the cornerstone of democratic legitimacy in the European political system, the individual citizen’ fundamental rights, contained in a system of “multilevel constitution” have not always been protected. This paper seeks to outline the role played by the European Court of Justice in this setting, required to judge on violations of human rights but lacking any tools for effective intervention in cases falling within the “strictly national” competence. We suggest, in addition, two existing instruments in the European legal framework, one explicitly and the other one implicitly arising from a systematic interpretation of Articles 2 TEU and 20 TFEU, which could provide a good basis for the development of the protection of fundamental rights. These mechanisms, when properly adopted, would promote respect for the common values of the Member States as laid down in the Articles 2 and 6 TEU, enhance the dialogue between courts in the field of fundamental rights. At the same time such an approach would not overlook the national constitutional identity.

Andrea Turturro, Il “quasi-oblio” in azione. I primi provvedimenti del Garante della privacy (novembre 2014 – gennaio 2015) sulla “deindicizzazione” per effetto della sentenza Google Spain: brevi osservazioni.

Il lavoro è incentrato sui primi undici provvedimenti del Garante della privacy relativi ad istanze di cittadini a cui Google Inc. aveva negato la rimozione di una o più URL dai risultati rinvenibili tramite una ricerca effettuata, attraverso il noto motore, a partire dal nome degli stessi interessati. Dopo aver sinteticamente ricordato la sentenza della Corte di Giustizia Google Spain, che ha riconosciuto, salvi i casi di un preponderante interesse della collettività alla facile reperibilità di certe informazioni, quello che l’Autore definisce un diritto al “quasi-oblio”, si propone una tassonomia dei criteri elaborati dal c.d. Gruppo Articolo 29 per orientare le decisioni delle Autorità nazionali di tutela della privacy, a fronte di richieste come quelle in esame, distinguendo tra criteri soggettivi, oggettivi, modali e degli effetti consequenziali. Per quanto concerne i provvedimenti del Garante, dopo un sintetico resoconto degli stessi, si accennano brevi osservazioni critiche sulle motivazioni e sul dispositivo (per i casi di accoglimento delle istanze) utilizzati dall’Autorità indipendente.

The “Almost-Oblivion” in Action. The First Decisions of the Data Protection Authority (November 2014 – January 2015) on “De-indexing” Due to the ECJ Google Spain ruling: Brief Remarks.

The article focuses on the first eleven decisions made by the Data Protection Authority concerning complaints filed by citizens against Google Inc. The citizens claim that Google refused to remove links to some web pages from the list of results displayed following a search made on the basis of their names. After a concise summary of the ECJ Google Spain ruling, which recognized what might be called the right to “almost-oblivion” – except in the case of a preponderant interest of the general public in having access to certain information – the author proposes a taxonomy of the criteria established by the Article 29 Working Party to guide the decisions of Data Protection Authorities in handling the complaints. In this taxonomy, the criteria are divided into four categories: subjective, objective and modal criteria as well as criteria based on consequential effects. After a short account of the decisions of the Italian DPA, the author analyses critically the reasoning of the Authority and the rulings that were made (the rulings are only discussed in the cases of acceptance of the complaints).